IL SAMBUCO L’ANTINFIAMMATORIO NATURALE CHE CURA LE VIE RESPIRATORIE

 

 

Fosse anche il giorno del Giudizio, tu pianta un seme

 

C’è un importante presidio naturale di cui venire a conoscenza in questo periodo cupo, un importante presidio antivirale che ha la capacità di bloccare le “punte” di alcune tipologie di virus, cioè quell’insidioso strumento che lo aiuta a entrare nelle nostre cellule: il sambuco.

La pianta è usata fin dal principio dei tempi in ogni continente, dove cresce spontaneamente.

Nella pratica medica europea è utilizzata da oltre 2500 anni, nelle sue varie specie.

Come antivirale è attivo soprattutto contro i virus rivestiti, cioè dotati di pericapside.

Ciò include anche il virus che ci sta tenendo sotto scacco.

Le punte del virus sono coperte da un enzima chiamato neuraminidasi che aiutano a disgregare le pareti cellulari e a penetrare nella cellula, con minuscole punte fatte di emoagglutinina.

Il sambuco blocca l’emmoagglutinina!

Il sambuco agisce contro il virus anche in altri modi, ma il principale è che inibisce l’azione di questo enzima.

La virologa Madeleine Mumcuoglu ha scoperto che il sambuco inibisce la replicazione di una grande varietà di tipi di virus dell’influenza umana, incluso il nostro compagno di viaggio di quest’ultimo biennio.

Riduce e migliora i sintomi in 2-3 giorni, contro i 6 giorni di altri trattamenti standard.

Migliora febbre, tosse, dolori muscolari nel 20% dei pazienti in 24 h e nel 73% in 48 h.

In pratica può dimezzare le tempistiche di recupero.

Quando non va usato?

Se c’è un distress respiratorio acuto, quando causato da una tempesta di citochine in cui il sistema immunitario abbia una reazione eccessiva.

Perché?

Perché attiva la produzione di TNF-alfa in maniera esponenziale,  quasi 45 volte in più del normale, ovvero aumenta la produzione di citochine infiammatorie, per stimolare il sistema immunitario.

Questo dato disorienta gli scienziati ma, in effetti, questa pianta tende a modulare la produzione di citochine, cioè a stimolarla o ad abbassarla secondo necessità, come la maggior parte dei rimedi naturali utilizzati in maniera adeguata, cioè in regolazione dei sistemi.

La tempesta citochinica si può verificare in una fase avanzata anche di Co.Vi.D, in quel momento va  assolutamente evitato.

Quando assumerlo quindi?

Al momento giusto, come ogni rimedio, per questo vi suggeriamo sempre un aiuto professionale.

Cominciare presto, all’esordio dei sintomi.

In quel momento riesce anche a prevenire l’infezione virale.

Per chi ha voglia di introdurlo, almeno nel periodo invernale, come sana prevenzione, è il momento giusto  per un utilizzo mirato e quotidiano per proteggersi dal contagio virale.

Il sambuco ha anche proprietà antibatteriche, grazie all’interferenza che esercita sul quorum sensing, antimicotiche, analgesiche, antinfiammatorie, antiteratogene, diaforetiche, diuretiche, antipiretiche e antiossidanti.

Steiner lo proponeva già il secolo scorso, in tisana, come antifebbrile.

Fiori, bacche, foglie e corteccia hanno tutti un’azione contro i microrganismi patogeni, tuttavia soltanto le bacche sono state studiate in modo esaustivo.

Se si vincesse l’isteria relativa all’uso di foglie e corteccia, sono certa che anche queste darebbero risultati interessanti.

In generale tutte le parti di una pianta hanno funzioni sinergiche alla sua miglior azione, gli esseri vegetali da sempre ci aiutano a guarire dai nostri mali.

I fiori hanno un’azione contro lo Staphylococcus Aureus, sia resistente che non resistente.

Si possono usare come antivirale le bacche, sotto forma di decotto concentrato o sciroppo o estratto, oppure con un’azione più blanda, l’infuso di fiori.

La concentrazione virale più  potente è il decotto di bacche, corteccia e foglie.

Foglie radici e corteccia, in decotto, per flogosi degli organi interni e dolori artritici.

Le foglie, in decotto, per fegato infiammato e epatopatie.

Foglie e corteccia per infezioni micotiche localizzate.

Tutte le parti della pianta, per uso esterno, su cute infiammata e lesioni erpetiche dolorose.

La tintura di foglie, in piccole dosi, calma i nervi e i dolori.

La tintura di radice, in caso di assoluto bisogno di vomitare è molto meglio della ipecacuana.

La radice, in tintura o infuso (non in decotto) è somministrata in piccole dosi per idropisia (per ridurre edema degli arti inferiori mediante diuresi).

In quantità maggiori è lassativa e aiuta a riallineare  le mucose gastriche, in modo simile alla Lobelia nel 19esimo secolo, utilizzata da esperti di fisiologia vegetale.

Per questi ultimi utilizzi, offerti a titolo puramente informativo, consiglio l’uso soltanto dietro consiglio di persona esperta nella preparazione: le tempistiche e le modalità di preparazione possono fare una grande differenza nell’efficacia o fallimento terapeutico.

E’ anche abbastanza difficile trovare tinture dignitose di parti della pianta diverse dalle bacche.

In estrema sintesi, il sambuco inibisce la replicazione dei virus, la neuraminidasi, la emoagglutinazione, la maturazione dei virus e la diffusione dell’infezione influenzale alle cellule ospiti, è direttamente virucida ed è dotato di attività di depurinazione contro entrambi gli acidi nucleici: quello del virus e quello dei ribosomi della cellula ospite infetta.

Ha un ottimo potere nel sostenere l’immunità naturale e nessun affetto avverso ad oggi riportato.

Bisogna assumere, perché sia efficace in acuto, almeno 15 grammi di estratto al giorno di sambuco.

Acquistate prodotti che abbiano una % di flavonoidi dall’1 al 4%, perché sia efficace.

Piccola farneticazione: leggendo articoli sul sambuco ci si scontra spesso con la sentenza decretata dall’isteria antierboristica secondo la quale la pianta sarebbe velenosa.

Non lo è.

Le sue bacche sono emetiche (e purgative se in quantità giusta), solo ed esclusivamente se utilizzate fresche: in forti quantità potreste anche vomitare, ma finirebbe lì.

Un articolo narra di un gruppo di individui che, avendo bevuto del succo fresco, si sono sentiti male in 11, otto finirono in ospedale in elicottero (!) dove i medici fecero loro notare i rischi dell’autoprescrizione e più in generale, del naturale, in particolare della pericolosa sovrapposizione di queste due cose.

Può ridurre l’effetto del fenobarbital e della morfina.

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